Conosci i nuovi Rhinos: intervista a Giulio Quadri

In attesa di veder tornare i Rhinos in campo nell’opening day di Sabato 7 Marzo, Rhinos.it vuole fare conoscere ai tifosi neroarancio i nuovi arrivi dei Rhinos annata 2015. Oggi incontriamo l’Outside Linebacker Giulio Quadri.

 Ciao Giulio, e grazie per la disponibilità. Rompiamo il ghiaccio. Presentati ai tifosi dei Rhinos.

 Mi chiamo Giulio Quadri, ho 38 anni e vengo dai Lions Bergamo. Gioco linebacker esterno sul lato forte (“Sam”) e ho giocato a Bergamo negli anni d’oro del football orobico, fino al 1999-2000. Ho ricevuto la convocazione della Nazionale Under-16 ma l’ho dovuta rifiutare per problemi di natura economica.  Dopo aver abbandonato il football per cause di lavoro, sono tornato in campo nella scorsa stagione, sempre con i Lions. Tuttavia, per quanto io avessi e abbia tuttora un fantastico rapporto con i compagni di squadra, non sentivo di appartenere al loro progetto: così ho conosciuto i Rhinos, ed appena sono venuto a contatto con loro mi sono reso conto che il loro impegno, il loro focus sulla preparazione atletica, la possibilità per tutti di sudare e guadagnarsi il posto da titolare erano importanti indizi del fatto che la squadra avesse voglia di arrivare a traguardi importanti.

Arrivi in una squadra molto giovane, che aveva bisogno di un uomo di esperienza come te, specie in un ruolo delicato come quello di OLB. Da parte tua invece, qual è stata la ragione che ti ha spinto ad accettare il progetto dei Rhinos?

Prima di tutto ho sposato questa causa perché mi ritengo una persona umile, ed è vero che ho tanta esperienza, ma ho anche tante, tantissime cose da imparare. Nell’ambiente dei Rhinos ho trovato tantissimi ragazzi giovani, ma molto umili e volenterosi, che avevano voglia di attingere alla mia esperienza. Non nascondo che anche per me, a 38 anni, non è facile rapportarmi con dei compagni di squadra così giovani, ma anch’io sto imparando tantissimo da loro. Nel rapporto con loro, ai quali mi sono affezionato tantissimo, ho avuto un’ulteriore conferma che la cosa più importante, nella vita, è essere umili e sapersi mettere a disposizione degli altri. E come fanno tutti i Rhinos per il bene della squadra, così voglio fare anch’io. Il football americano è uno sport meraviglioso e merita che al suo interno ci siano delle persone come quelle che ho trovato qui ai Rhinos, entusiaste e volenterose di mettersi completamente al servizio dell’importante ambizione che ha la squadra. Inoltre sono arrivati due americani fortissimi in campo ma anche fantastici compagni di squadra. E questo è importantissimo: non mi stancherò mai di ripetere l’importanza di avere un gruppo ben amalgamato per raggiungere importanti obiettivi sportivi, e sono molto contento di trovarmi in un bel gruppo come questo.

Pensi dunque che sia il gruppo ad essere la forza della squadra.

Non solo il gruppo, ma anche chi lo gestisce. Io arrivo da una scuola, quella di Bergamo, che aveva la caratteristica positiva di mettere molta enfasi sul guadagnarsi sul campo il posto da titolare in partita. Qui trovo la stessa cosa e ho trovato, oltre a delle strutture ottime (avere il Vigorelli come home field è sempre un’esperienza da brividi), delle persone fantastiche. Questo si vede in ogni momento: come giocatori e come persone abbiamo tutti a volte dei momenti no, in cui abbiamo bisogno di essere “ricaricati”, e la società da questo punto di vista è la numero 1. C’è un focus societario sul lato umano, che magari altrove è un po’ più trascurato, e sono convinto che questo sia importante: se stai bene rendi di più sul gridiron.

Che differenza hai trovato, in questi mesi di allenamento, tra i Rhinos e la tua precedente squadra?

Quando sono tornato a giocare a Bergamo, ho passato un periodo sotto esame con me stesso per capire se sarei riuscito a tornare in campo, specialmente in IFL, un campionato molto competitivo e molto fisico. Ho avuto, il primo anno, un po’ di difficoltà, sia per il fisico che comunque necessita di un po’ di tempo per riacquistare la forma, sia per non aver avuto spazio e non esser riuscito ad essere utile in campo alla causa della squadra. La differenza tra una realtà come i Rhinos e una come quella di Bergamo è che qui si sente un incredibile senso di partecipazione e di squadra: tutti remano in una sola direzione e nessuno, neanche gli americani, crede di avere il posto garantito in squadra. Si ha tanta voglia di lavorare, di meritarsi e di guadagnarsi il posto in campo da parte dei giocatori, e da parte del coaching staff c’è la certezza di dare un’opportunità a tutti, senza preconcetti o simili, per dire la propria in campo ed essere utili per l’obiettivo comune.

Proverai un’emozione particolare quando giocherai contro la tua ex squadra?

Assolutamente sì. Tra l’altro ho dei buonissimi rapporti con delle persone sia nei nostri avversari cittadini, i Seamen (uno su tutti Massimo Annoni, ma anche molti ex compagni di squadra ed ex coach), sia ovviamente nei Lions Bergamo. Quando ci incontreremo li abbraccerò con piacere e sarà bello rivederli in campo.

Hai un obiettivo personale per il 2015 e quale credi che sarà l’obiettivo dei Rhinos?

La squadra, secondo me, può competere per un obiettivo molto importante, cioè la vittoria del campionato. Siamo un organico forte e in grado di competere ad altissimi livelli. Per quanto riguarda l’obiettivo personale, non ne ho uno in particolare ma cerco solo di fare bene e di essere utile per questa squadra, in maniera umile. Non mi aspetto nulla ma sono sicuro di poter dimostrare di avere un valore per i Rhinos

Per chiudere, un messaggio ai tifosi?

Noi siamo qui ad aspettarli, vogliamo che i tifosi riscaldino i nostri cuori affinché noi possiamo riscaldare i loro, dando tutto per arrivare a vincere il titolo. Ci saranno molte difficoltà ed avversità, ma lotteremo con tutte le nostre forze per vincere il tricolore.

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