Intervista a coach Kreamer (2° parte)

kreamer2Questa è la seconda parte dell’intervista fatta a coach Will Kreamer, il coordinatore d’attacco dei Kobra Rhinos Milano.

Come prepara una partita?
La prima parte della preparazione è conoscere l’avversario. Guardo filmati il più possibile, a volte ne ho 3, a volte uno solo. Il filmato va visto pezzo per pezzo e per ogni pezzo guardo due cose: la loro struttura (o allineamento) e il loro personale in campo. La struttura riguarda il loro fronte difensivo e le coperture che impiegano. Guardo come trattano i vari tipi di attacco che giochiamo anche noi per cercare di capire se, usando la nostra forza e certe formazioni, possiamo mettere la loro difesa in posizioni svantaggiose. Ogni difesa ha debolezze e io provo ad usare le nostre formazioni e i nostri giochi per attaccare queste debolezze. Come prima cosa cerco le debolezze attaccabili dal nostro gioco di corsa. Molte volte l’attacco può determinare come la difesa si schiera, perché molte buone difese hanno regole precise basate su quello che fa l’attacco, quindi in sostanza l’attacco ha un vantaggio notevole. Il trucco perciò è conoscere il tuo avversario e sapere come si allineerà davanti a te. Questa non è una scienza esatta e a volte la difesa ti presenta allneamenti che non hai mai visto. In quel caso devi fare aggiustamenti in campo tra una serie offensiva e l’altra. Fortunatamente, non c’è molto di nuovo sotto il sole nel football e quindi possiamo riuscire ad adeguarci bene per ogni difesa, è solo una questione di rimanere calmi e fiduciosi. La seconda parte riguarda le coperture sui passaggi delle difese avversarie. Molte squadre adottano  difese miste zona/uomo. Noi non dobbiamo solo avere un passing game pronto per attaccare le difese che conosciamo, ma, come per le corse, dobbiamo essere pronti per ogni nuova situazione. Insieme all’analisi delle coperture, una grossa parte del passing game è data dalla protezione che siamo in grado di offrire al nostro quarterback. Le squadre attaccano il QB in molti modi, con stunts e blitz e la nostra linea e i nostri running backs devono essere in grado di bloccarli tutti. Ci lavoriamo su ogni settimana. Dopo aver analizzato la struttura, ritorniamo all’inizio del filmato e analizziamo l’uso del personale in campo. Che giocatori hanno che pensi possiamo battere? A che giocatori dobbiamo stare più attenti o raddoppiare o evitare? Alcune difese sono prevedibili così sappiamo dove si metterà il difensore che vogliamo attaccare. Alcune non lo sono, quindi abbiamo un sistema di “audible” dove il QB decide sulla linea in che direzione vuole correre. Può persino cambiare completamente l’azione se vede qualcosa di vulnerabile nella difesa. Abbiamo anche delle tracce “option” per il passing game dove i ricevitori si adeguano alla copertura. Tutta questa preparazione va fatta entro l’allenamento del martedi in modo che i giocatori possano allenarsi propriamente.

Come sceglie un game plan?
Il game plan lo scelgo in base a quanto ho visto della squadra avversaria, sia in video o dal vivo quando ne ho la possibilità. La parte più importante del creare un game plan è restare su quello che la tua squadra fa meglio. Quando guardi i video c’è una naturale inclinazione a provare a fare di tutto. E’ importante ricordare quali sono le forze della tua squadra e quanto tempo hai per allenarti e impiantare giochi nuovi. Cioè, non è bene cercare di “reinventare la ruota” ogni settimana. Le buone squadre di football sono solide sui fondamentali e lo ottengono con la ripetizione. E’ uno dei motivi per cui ho voluto che ci allenassimo 3 volte la settimana invece di solo 2. Penso che il vero segreto sia di usare quello che la tua squadra fa meglio e metterlo dentro un plan che attacchi le debolezze della difesa e del loro personale. Quello che cerco di fare è di “abbellire” quello che già facciamo. E’ un piccolo cambio che non dovrebbe confondere e di solito è vicino a qualcosa già visto.  Non dobbiamo dimenticare che anche i nostri avversari guardano i nostri filmati e ci si preparano. Tutti i coach hanno certe tendenze di gioco, e anche io. Mi piace chiamare certe azioni in certi momenti. Credo che i buoni coach sono sempre consapevoli delle loro tendenze offensive e devono cercare di romperle per non diventare prevedibili. In passato ho avuto coach della difesa che mi indicavano i punti deboli del mio attacco proprio per mostrarmi le mie tendenze.

Come sceglie le azioni?
Questa è una buona domanda e so che ci sono delle volte in cui gli spettatori si chiedono perché ho chiamato una tale azione. Lo capisco, ma ci sono alcune azioni che vengono scelte ancora prima che la partita cominci solo per vedere le reazioni della difesa. In campo mi porto un grosso foglio plastificato dove da un lato ho l’elenco delle azioni e dall’altro ho le stesse azioni elencate in base alla situazione, di down, di yards, di punteggio o di tempo. In poche parole, l’azione che scelgo in un 3° e corto sarà molto diversa da quella a 3° e lungo. Tutte queste azioni e situazioni sono state provate durante la settimana. A volte quando le cose in partita vanno bene non ho nemmeno bisogno di consultare il mio elenco, ma quando non vanno bene, guardarlo mi aiuta molto. Ho anche un elenco di azioni “da fare”, una serie di giochi che, in base ai filmati visti, vanno fatti assolutamente. Tornando alle azioni “pre-scelte”, queste ci servono per capire se gli avversari hanno preparato qualche difesa che non gli abbiamo mai visto. Al termine della prima serie di solito mi confronto col mio QB per sentire anche le sue opinioni da dentro il campo. Tutto questo rende il mio lavoro divertente, ma anche piuttosto stressante! Non si ha molto tempo, è come giocare a scacchi molto, molto rapidamente. A volte un giocatore mi da dei suggerimenti basati sull’ultima azione giocata. Contro Ancona Brock mi ha consigliato un bootleg pass. L’abbiamo giocata e abbiamo segnato. I miei uomini di linea mi dicono contro chi possono osare di più o sugli allineamenti. Questo ha bisogno di una buona dose di fiducia tra giocatori e coach, ma è questo il senso di una squadra.

Quanto tempo dedica ai Rhinos?
Beh, devo dire molto di più di quello che pensavo! Ad esempio, domenica, lunedi e martedi sono giorni molto importanti per me. Arrivo anche a impiegare 8 ore al giorno per fare tutte le cose descritte prima. Oltre a quelle cose, dedico molto tempo allo “script”, ovvero il programma di allenamento completo per la settimana in preparazione alla partita. L’elenco delle azioni va trascritto nel polsino del QB, su ogni azione c’è un numero per facilitare la chiamata dalla sideline. Ogni coach ha qualcosa da fare sia in allenamento che in partita e questo qualcosa va nello script. Resto sempre in contatto con i miei giocatori per e-mail, in modo da tenerli sempre mentalmente attenti e concentrati sulla partita. Oltre a questo, due volte la settimana aiuto il coach della giovanile agli allenamenti degli under 18 e under 21. Sono stato anche in viaggio per l’Italia per vedere le partite delle nostre avversarie, cosa che si fa di sabato e domenica. Senza contare il tempo di viaggio da casa al campo (1 ora) posso dire di dedicare 50 ore alla settimana ai Rhinos. Mi sto certamente divertendo a viaggiare in Italia, ma il mio lavoro #1 sono i Rhinos.

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