L'intervista: Mereu, gemelli non diversi

mereuNel football americano una delle componenti fondamentali per il perfetto funzionamento di un reparto è la sinergia. Quella particolare alchimia che nasce solo dopo ore ed ore di lavoro, di allenamento, di preparazione. Soprattutto per le linee, un complesso ingranaggio che richiede un movimento assolutamente sincronizzato e preciso. In natura esiste una particolare combinazione che si dice esserne dotata fin dalla nascita: i gemelli.
Quest’anno i Kobra Rhinos ne hanno avuto una dimostrazione palese quando, all’inizio della preparazione, han visto all’opera due dei nuovi innesti: i gemelli Mereu.
Marco e Simone, dopo una lunga carriera, hanno vestito per la prima volta la maglia nero arancio dimostrandosi sul campo, e non solo, una scommessa stravinta.
Simone, l’anno scorso in forze ai Mastini Verona, è stato il sack leader della linea di difesa, Marco, seppur limitato da alcuni problemini fisici, ha disputato un ottimo campionato.
Le loro statistiche “on field” sono sotto gli occhi di tutti,  quello che non tutti hanno potuto vedere è quello che i Mereu hanno dato alla squadra in termini di “Spogliatoio”: una grande esperienza che ha aiutato i ragazzi più giovani a migliorare e un senso di appartenenza al gruppo che ha permesso alla linea di Difesa di fare notevoli passi avanti dall’esordio stagionale, decisamente poco rassicurante, contro gli Hogs Reggio Emilia.

Simone e Marco, prima esperienza ai Rhinos per entrambi, come vi è sembrata?
Marco: Bellisima esperienza, ottima squadra
Simone: Mi sono divertito molto

Simone 15 tackle e 3 sack in 9 presenze, Marco 8 tackle in 7 presenze, da subito protagonisti nella difesa di Coach D’Ambrosio, come giudicate la vostra stagione?
M: Potevo far meglio,  erano 9 anni che non giocavo. Diciamo 5+
S: Come ritorno nella massima serie non c’è male, posso solo migliorare

La partita “più” e “meno”bella della stagione? E perché?
M: la più brutta con gli Hogs, forma fisica e visione del gioco zero. La piu bella con Parma
S: IDEM

Quest’anno niente playoff, cosa non ha funzionato?
M: La forma fisica  in primis
S: L’ affiatamento di tutta la squadra e troppi falli, ma l’anno prossimo sarà devastante!

Nella vostra lunga carriera avete affrontato diversi avversari, quale o quali non vorreste mai (ri)vedervi contro?
M,S: Qui rispondiamo tutti e due: nessuno ci ha mai fatto veramente paura. L’importante è giocare a football divertendosi, in qualsiasi modo, che tu vinca o perda te la giochi sul campo casco contro casco. L’importante è sempre rialzarti e combattere

Parlateci un po’ della vostra passione per il football americano
M: Parlo io per tutti e due: la nostra passione è iniziata per caso in una videoteca dove andavamo a noleggiare qualche film, il titolare giocava tempo addietro a Como nei Red Devil unica squadra cometa passata per Como nel football. Parlando ci disse che suo nipote giocava nella giovanile degli Skorpions Varese e che vista la nostra “piccola stazza” (17 anni 80 KG) ci chiese se ci andava di provare nella  giovanile under 20 di Varese. Così iniziò questa grande passione che è aumentata sempre più col passare del tempo. Iniziammo nella giovanile anche se nella prima partita contro i Seamens Milano non mettemmo piede in campo se non per fare i Waterboy. La prima vera partita è stata contro i Giaguari a Torino dove abbiamo fatto vedere qualcosina. L’anno successivo siamo passati in prima squadra dove abbiamo giocato qualche anno. Poi fummo presi dai Frogs: bellissima esperienza e tante botte da orbi

A luglio in Austria ci sono gli Europei, come vedete il Blue Team?
M:  diciamo che se la può giocare, anche se gli altri sono molto più avanti sia in tecnica che in forma fisica
S: Idem

Per l’anno prossimo indosserete nuovamente le maglie 98 e 96?
M: Si, anche se inizialmente avevo il 90 e per cause misteriose a Parma non trovando più la maglia, ho indossato il 96 che mi ha portato fortuna. Per la cronaca era finita nella borsa di un collega di reparto: Raffaele Tortora
S: Si

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