Grazie presidente!

gentileDopo 8 anni di presidenza, Fabio Gentile, abbandona la massima carica della società milanese. Una notizia che si sapeva già da alcune settimane: dopo le dimissioni di alcuni membri del consiglio direttivo, è stato necessario indire delle votazioni, che si sono svolte in occasione della grigliata di fine stagione. Il nuovo consiglio eletto si riunirà martedì prossimo per decidere chi sarà il nuovo presidente.

Finisce un ciclo dunque, che ha visto la società milanese ricominciare, muovere i primi passi nella NWC, entrare in NFLI disputando il campionato di Serie A2 per poi fare il salto di qualità, 3 anni fa, in massima serie. Un percorso difficile, che ha portato successi ed insuccessi, momenti di gioia alternati a momenti difficili: ma Fabio Gentile è sempre stato al timone, anche quando la barca si trovava in una vera tempesta. Oggi, dopo tutte queste battaglie, lascia la guida della sua creatura. Sarà qualche d’un altro ad occupare quella carica.

L’abbiamo intervistato in esclusiva poche ore prima della votazione, e pubblichiamo per correttezza solo oggi, ad elezioni avvenute.

Dopo 8 anni lasci il timone della squadra ad un altro, che impressione ti fa?
Una brutta impressione, almeno inizialmente, eppure è giusto che ci si evolva e che i Rhinos possano fare un ulteriore passo verso quello che 8 anni fa era stato programmato e soprattutto sognato. Aggiungo inoltre che il nuovo direttivo è comunque un prodotto del “vivaio” Rhinos, quindi avrà esperienza e capacità per affrontare al meglio le nuove sfide dei prossimi anni.

Cosa farai adesso, abbandonerai il mondo del football ed i tuoi Rhinos oppure rimarrai nell’orbita della squadra?
Non abbandonerò il football e tantomeno i Rhinos

Di tempo dal lontano 2000 ne è passato, quando assieme ad altre persone hai messo in piedi il progetto Rhinos. Ti aspettavi che la squadra avrebbe avuto questa evoluzione?
Siamo partiti con tante idee e pochi soldi e siamo arrivati dove non ci saremmo forse mai immaginati di arrivare con le nostre risorse. Forse con un po’ più di fortuna (o esperienza) i risultati potevano essere anche più soddisfacenti (e non solo in campo), tuttavia se torno al 2000, quando ci si allenava al parco perchè non potevamo permetterci un campo, credo che nessuno si sarebbe aspettato che nel giro di pochi anni la squadra sarebbe arrivata in massima serie e ci sarebbe rimasta fino ad oggi, progredendo di anno in anno, e mettendo le basi per diventare un team vincente.

Il ricordo più bello della tua gestione?
Il nostro esordio nel football a 11, il 30 marzo 2005 all’Arena Civica contro i Draghi Udine, tantissimo pubblico in una giornata calda e stupenda, che come in tutte le storie a lieto fine ci ha visto vincere rimontando negli ultimi minuti, facemmo festa per tutta la serata.

Ed il momento più difficile?
Il primo campionato di A1, affrontato con mezzi insufficienti (e mancanti) e una squadra assolutamente non all’altezza delle aspettative,
cosa che per fortuna negli ultimi due anni invece è cambiata radicalmente.

Cosa manca a tuo avviso ai Rhinos per farli tornare ad essere grandi?
Quello che è sempre mancato dal 2000 ad oggi, un buon budget per poter mettere in pratica tutte le “nostre” idee e il metodo di lavoro che avevamo impostato, se i Rhinos riusciranno a pareggiare questo punto con le altre grandi della IFL, diventeranno la squadra da battere per gli anni a venire.

La tua impressione sul mondo del football americano in Italia? Quali difficoltà e che orizzonte intravvedi?
Per “decollare” il football dovrebbe essere gestito in maniera più organizzata sia dalle squadre che dalle leghe/federazioni, e ci dovrebbe essere un po’ di collaborazione. Oggi invece tutti guardano al proprio orticello: americani, giovanili, nazionale… ogni persona che ha la possibilità di “dirigere” una scelta federale lo fa in base alla realtà della propria società e non in base all’utilità che questa scelta possa avere per lo sviluppo del football in Italia, basta vedere cosa sta succedendo con i campionati giovanili. Comunque sono fiducioso, anche se per avere risultati tangibili forse servirà una bella mano dall’esterno.

Arrivederci Presidente e grazie per tutto quello che hai dato a questa società rubandola spesso ai tuoi affetti e alla tua vita privata.

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