Rhinos in Nazionale: Intervista ad Alessandro Sarris

Come molti sanno, la scorsa Domenica 5 Aprile si è disputato al Vigorelli il test amichevole del Blue Team Under 19 in attesa del preliminare delle qualificazioni ai campionati europei di categoria (peraltro vinto dagli azzurri contro la Spagna). In quell’occasione, la Nazionale U19 ha affrontato una selezione di giocatori delle high school americane (AFW Elite) ed è stata da questa sconfitta con il punteggio di 73-6. Tra i giocatori presenti a Milano c’era il giovane Alessandro Sarris, classe 1998 ed MVP dello scorso campionato Italiano juniores, vinto dai Rhinos. Abbiamo approfittato dell’occasione per intervistarlo e chiedergli dell’esperienza nel Blue Team e dei progetti per il suo prossimo futuro.

Ciao Alessandro, come è andata la partita?

E’ abbastanza normale perdere contro una squadra statunitense: anche se i giocatori si sono conosciuti ancora da poco tempo, il loro livello è sicuramente superiore al nostro. Il football, lì, è un qualcosa che si mastica tutti i giorni: si sapeva già di partire svantaggiati. Ciò nonostante, credo che la Nazionale si sia comportata mediamente abbastanza bene. La difesa ha giocato una discreta partita, e ha pagato molto cari dei big play andati a nostro sfavore. L’attacco ha fatto un po’ più di fatica, e sicuramente dovrà lavorare un tantino di più. Io personalmente ho giocato solo in difesa e nella seconda metà di gioco, essendo lì come riserva di un giocatore infortunato, ed ho avuto anche un ruolo negli special team.

Hai vinto l’anno scorso il titolo di MVP del campionato Under-16 giocando nel doppio ruolo di quarterback e free safety, ci parli un po’ di questa vittoria?

Beh, innanzitutto bisogna dire che io non nasco come quarterback, sebbene l’anno scorso abbia giocato in quel ruolo (come in tutti gli anni in cui alla nostra squadra è mancato un QB “puro”). In ogni caso il campionato è andato molto bene, ci siamo divertiti, probabilmente partivamo avvantaggiati poiché buona parte dell’attacco giocava insieme già dai tempi della flag ed ha acquisito col tempo un buon timing. Abbiamo aggiunto una linea d’attacco capace di tenere molto bene e dare il tempo alle azioni di svilupparsi, creando specialmente un buon gioco aereo. In difesa c’erano anche qui giocatori che si conoscevano da molto tempo, e con gli ottimi coach che abbiamo sia in attacco che in difesa vincere è stata una conseguenza logica, in un campionato che comunque è stato molto difficile.

Vediamo sul tuo casco dei bollini con il simbolo dei Rhinos, si ottengono come nei college americani quando si raggiunge qualche traguardo?

Esattamente, ogni bollino si chiama “merit”. Te ne veniva dato uno se: segnavi un TD, lanciavi almeno un TD in partita da QB, il quarterback non subiva sack (in questo caso c’era un bollino per ogni componente della linea d’attacco), mettevi a segno un sack in difesa, recuperavi un fumble in difesa, intercettavi un pallone.

Farai parte della selezione dei Rhinos che andrà a Vienna a giocare contro i Danubio Dragons, sarà la prima volta che giocherai a football a 11 e cosa cambia rispetto al gioco a 7 a 9?

Non è la prima volta, lo scorso Settembre abbiamo giocato un’amichevole preparatoria per il campionato contro la base NATO di Vicenza. La maggior differenza è che giocando a 11, da difensore, non hai tutto l’attacco davanti, ed è molto più difficile avere una lettura completa di quello che cercano di fare gli avversari. Però d’altronde a 11 è anche più facile mettere a segno big hit, considerando che quando i giocatori sono di meno l’attaccante riesce più facilmente a vedere chi gli arriva davanti.

Nel tuo gioco, ti ispiri a qualche giocatore in particolare?

Come free safety, credo che in questo momento la più cattiva anche se magari non la più strutturata fisicamente sia Earl Thomas, ma ce ne sono altre come Eric Berry che non sono per niente male. Come ricevitore senza dubio DeSean Jackson e di QB ce ne sono talmente tanti che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Mi piacciono tantissimo ovviamente Aaron Rodgers e Cam Newton.

Hai una squadra del cuore in NFL?

Non proprio, diciamo che simpatizzo per i Philadelphia Eagles.

 

Nel prossimo anno scolastico, sarai negli Stati Uniti a studiare e giocare a football. Dove andrai di preciso?

Sarò in California, a 400 KM a nord di San Francisco, in un paese chiamato McKinleyville, vicino ad Arcata, nella zona di Eureka.

Cosa ti aspetti da un’esperienza come quella delle Friday Night Lights e del football liceale statunitense?

Mi aspetto sicuramente un livello di gioco allucinante e di dover lavorare tantissimo. Infatti sono stato il primo, avendo saputo che il 31 Agosto inizia la scuola ma la preparazione atletica per il football parte già il 10 (giocano fino a Dicembre prima di cambiare sport), a richiedere all’associazione di partire prima di quest’ultimo giorno in modo da arrivare al primo allenamento avendo già superato il jet lag e da allenarmi quei 20 giorni che sono necessari per essere al massimo della forma appena inizia il campionato. Sarà molto dura, ma senza dubbio è un’esperienza unica e farò di tutto per sfruttarla al meglio.

 

 

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