L'intervista: Alberto Scire'

kickerIl 24 maggio 2009 a 6’26” dalla fine del terzo quarto della partita tra i Kobra Rhinos Milano e gli Elephants Catania, Jason Butler varca l’endzone etnea per la meta del 42 a 21 (finirà 49-28), facendo sì che venisse scritta una nuova pagina nella storia dei Rhinos Milano; infatti realizzando il PAT successivo, Alberto Scirè, diventava il più prolifico kicker della storia dei Rhinos, cancellando il record di Zaccardi datato 1988. La stagione 2009 di Alberto termina con altri 4 PAT per un totale di 23 (su 28 tentativi). Ottimi risultati anche nelle “altre categorie” di specialità: 39 kickoff per 1772 yd con una media di 45.4 e 21 i punt per un totale di 682 (32,5 la media) di cui quasi il 25 percento nelle 20 yd. Son passate ormai 4 stagioni e 76 punti dal primo calcio in maglia nero-arancio nell’opening game del campionato di A2 del 2006 contro gli storici rivali Frogs Legnano e quello che allora era solo un rookie (peraltro eletto miglior kicker di quel campionato) è ormai un giocatore maturo, col quale abbiamo avuto il piacere di scambiar qualche battuta:

D:  Contro Catania sei diventato il top-scorer tra i kicker dei Rhinos Milano, mentre calciavi quel PAT sapevi che stavi entrando nella storia?
R:
 Veramente no, l’ho scoperto solo da poco, quando un dirigente me l’ha comunicato, con mia somma sorpresa!

D: Quest’anno 23 punti, persino meglio della  stagione di A2 del 2006, terminata in semifinale a Reggio Emilia. Come ricordi la tua stagione da Rookie?
R: Ancora ci penso, a volte: c’era davvero la voglia giusta in quel team, l’inerzia di un campionato inaspettatamente vittorioso e consistente. Mi ha colpito da subito l’atmosfera creata dai giocatori e dai coaches, tanto che poi non ho più voluto (né saputo) lasciare questa squadra e questo fantastico sport.

D: Come mai da portiere a kicker? Di solito gli ex portieri vista l’agilità e la “presa” finiscono a fare i WR..
R: Certo, tutto vero. Ci vorrebbero ore per descrivere la faccia di coach Premoli quando gli ho detto “salve, voglio fare il kicker”.. Impagabile! Ma poi è andata sempre meglio, ho imparato tanto e ho cominciato a trovare spazio anche in altri ruoli, allenandomi con i ricevitori e con i defensive back. Calciare rimane sempre la mia passione, la mia “missione”, e così spero rimanga ancora per un bel pezzo!

D: Hai affrontato parecchi ritornatori, quali sono quelli che ti hanno impressionato maggiormente?
R:
 Neanche nei peggiori incubi vorresti vedere in fondo al campo la maglia blu numero 1 dei Giants Bolzano: Reggie Greene è un diavolo, e mi ha già riportato almeno due calci in td su tre stagioni.. Per citarne altri, direi che McIntyre dei Panthers ci ha creato spesso qualche grattacapo, ma quest’anno è stato “punito” adeguatamente.. Solo Jason Butler potrebbe diventare il più pericoloso di tutti, ma per fortuna gioca nel mio Team!

D: L’anno scorso hai chiuso la stagione con un bel punto esclamativo: l’intercetto durante la partita Sharks Palermo – Rhinos Milano. Come procede la tua “carriera parallela” da DB?
R:
 Come detto, sto imparando e mi sto allenando. Non so ancora per certo dove potrei dare un contributo alla squadra, se con la difesa o magari, proprio per le mani “non male”, con l’attacco ed i ricevitori. Ma mi piace sfruttare ogni occasione, se ne ho la possibilità!

D: A Luglio ci sono gli Europei in Austria. Come Head Coach è stato scelto Brock Olivo, ex capitano degli special team nei Detroit Lions in NFL, ci hai fatto un pensierino?
R:
 Si, certo, ma dipende tutto da come sarà impostato il nostro Team azzurro. Se l’idea è quella di “chi calcia più forte vince”, I just don’t care, Brock. Il raduno della nazionale a cui ho partecipato in precedenza a Firenze mi ha lasciato l’amaro in bocca: troppa poca cura per una parte così importante del football. Se invece il nostro nuovo Head Coach organizzerà una vera competizione sugli special team, potete star certi che darò tutto il possibile per giocarmela, sarebbe una cosa stupenda ed entusiasmante!

D:  “Voci di corridoio” vogliono un interessamento di Coach Olivo al “Golden Bear” Giorgio Tavecchio, ti affascinerebbe giocarti il posto con un giocatore NCAA?
R: Non ci sarebbe sinceramente competizione! Giorgio è un ragazzo fantastico, mi ha insegnato molto quando è stato qui ed ha veramente un cannone al posto del piede! Potrei forse batterlo sui punt.. Forse!!

D: Parlaci un po’ della tua passione per il football americano, il tuo modello? Sia italiano che americano? Giocatore preferito? Team?
R: In Italia, troppo facile, Mr. Pasquini è il giocatore che posso vedere da vicino e che stimo tantissimo, senza nulla togliere ad altri, anche coaches, che davvero valgono. In NFL ovviamente il mitico Adam “Ice” Vinatieri! La squadra preferita invece è particolare: Seattle Seahawks, non mi chiedere perché.. Non lo so nemmeno io!

D: Purtroppo i tuoi calci non son bastati a farci coronare il sogno playoff. Cosa, secondo te,  non ha funzionato?
R: Non è una questione di cosa abbia funzionato o no. E’ stata la solita stagione “Rhinos” con partenza ritardata, da diesel, e poi col botto con prove consistenti e mature. Siamo sempre qui a dire “se, ma”, però con una buona partenza, può essere sempre il nostro anno, a cominciare dal prossimo! Rimango fiducioso, so che ci batteremo ogni volta per la postseason!

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