Coach Piccoli a Washington: sarà Ghost Coach per i Cougars!

Settimana prossima il Blue Team scenderà in campo a Lignano Sabbiadoro per le Qualificazioni IFAF 2016 con ben 8 Rhinos convocati (CLICCA QUI per leggere), i campionati giovanili sono alle porte e i Rhinos Milano si stanno preparando con coach Matteo Piccoli impegnato per due settimane a Washington come “Ghost Coach” per i Cougars.

Come e quando è nata questa idea?
L’idea è nata quando ho incontrato Coach Mike Leach a Milano per il Clinic organizzato dai Rhinos, inizialmente si è parlato di una possibilità durante la Pre-Season ma per precedenti impegni personali ho dovuto abbandonare l’idea; poi grazie a Matteo Pella che ha mediato per me ho avuto la possibilità di andare a settembre durante la Regular Season, cosa che non capita di frequente. Ora sono in contatto con il responsabile dello staff Dave Emerick (che è un po’ il braccio destro di Leach) il quale mi sta aiutando ad organizzare tutta la trasferta al meglio, devo dire che nonostante il periodo per lui debba essere veramente impegnativo mi sta aiutando moltissimo.

Parlaci dell’avventura che ti aspetta
Appena arriverò a Pullman incomincerà subito la mia avventura, il primo giorno avremo sedute video solo tra coach per preparare la trasferta contro Boise State University, trasferta che seguirò con la squadra (anche se dovrò andare in macchina da solo per problemi di assicurazione, dovrò fare 600 km per andare 600 per tornare il giorno dopo), poi le giornate della prima settimana saranno divise tra allenamenti sul campo, sedute video con i giocatori e sedute video tra coach.
La seconda settimana ci sarà la partita contro Idaho ed è come un derby per loro, perché le due università nonostante siano in due stati diversi si trovano solo a 13 km di distanza e la partita è chiamata the Battle of the Palouse, la prima partita risale a 122 anni fa. Mi aspetto in questo mio periodo a Pullman di imparare più cose possibili sia sul gioco di Leach di cui sono un grande estimatore sia sul metodo con qui allenano i coach a WSU e anche tutto quanto riguarda l’organizzazione e la preparazione di una partita, dopo un anno con Ault la curiosità e l’appetito sono cresciuti in noi perciò vorrei dare continuità al mio percorso di crescita di allenatore cercando di riportare in Italia più cose possibili.

Campionati giovanili alle porte, quali aspettative?
per quanta riguarda la nuova stagione della U16 dopo due anni direi ottimi quest’anno ci prepariamo ad una grosso cambiamento generazionale, presentandoci con tanti nuovi ragazzi del 2002 provenienti dal nostro settore flag ( che negli ultimi anni sta facendo molto bene) e tanti nuovi ragazzi che negli ultimi mesi si sono avvicinati al nostro sport. La squadra continuerà sotto il profilo tecnico con quello che abbiamo fatto negli ultimi due anni, perché credo nel nostro progetto tecnico e credo che la continuità possa pagare soprattutto con atleti così giovani, farli giocare un sistema che conoscono e con cui si stanno allenando da tre anni credo sia un plus e un modo per metterli a loro agio. Per quanto riguarda i risultati quello che conta di più per noi coaches della u16 è sicuramente preparare tecnicamente i giocatori e farli crescere in tutti i fondamentali base per “regalare all’U19” giocatori pronti, poi ovviamente i risultati si vedranno se riusciremo a preparare al meglio i ragazzi.

Cosa ha lasciato coach Ault per il suo lavoro futuro
Coach Ault ci ha lasciato in eredità un nuovo metodo di concepire il football anche se qui in Italia non è fatto d professionisti, fatto di programmazione scrupolosa degli allenamenti che l’anno scorso ha raggiunto un’intensità mai vista nei miei precedenti 16 anni di chino, fatto di ricerca costante della perfezione, fatta di mantenimento della concentrazione degli atleti dal primo allenamento di ottobre fino a quando non abbiamo alzato la coppa.
Ovviamente il sistema di gioco di Ault è poco replicabile nella U16 per via del numero di giocatori troppo ridotto in campo ma sicuramente inseriremo nel playbook qualcosa imparato in questo ultimo anno. Ma una delle cose più importanti che mi ha insegnato Ault è quella che nel football non bisogna mai smettere di imparare cose nuove, nel momento che un coach smette di studiare è un coach finito.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Telegram
Email