Rhinos 2019: ecco i protagonisti della nuova avventura

La stagione 2019 dei Rhinos segna una svolta importante nella storia del team milanese, si riparte dalla Seconda Divisione, abbandonando le luci della ribalta della Prima Divisione, vinta con una perfect season solo 3 anni fa, e lasciata sfuggire l’anno successivo, dopo un’altra cavalcata di sole vittorie.

Si riparte dal vivaio, dai giovani, e l’obiettivo è ricostruire quello che è stato lo zoccolo duro del team negli ultimi anni, il vivaio juniores, appunto.

Alla guida del team ci sarà Matteo Piccoli già offensive coordinator sotto la gestione di Ault e D’Ambrosio, anche lui prodotto del vivaio nero arancio, dalle giovanili alla prima squadra fino al ruolo di Head Coach.

Conosciamo un po’ meglio i protagonisti di questa nuova avventura dei Rhinos

Andrea Basso – Linebacker, classe ’93

Andrea Basso

Andrea quando hai cominciato a giocare a football? Quali altri sport avevi praticato prima?
Ho cominciato nel 2008, prima ho praticato nuoto, calcio e basket.

Sarai uno dei capitani della squadra, come hai gestito questa decisione del coaching staff?
Appena appresa la notizia, mi è salita l’adrenalina e subito dopo una gran voglia di fare il meglio assieme ai miei compagni.

Dopo alcuni infortuni che ti hanno allontanato dal campo, ora sei pronto a tornare protagonista?
Certo che lo sono!!! Sono pronto a sputare anima e sangue, altrimenti non sarei qui.

Nonostante la giovane età sarai uno dei veterani di questa squadra, sei pronto?
Certamente, e cercherò di rispettare tutti gli insegnamenti dei vecchi veterani, cercando sempre di trasmettere tutto a tutti i miei compagni più giovani.

Davide Bersanetti – Offensive Lineman, classe ’98

Davide Bersanetti

Ciao Davide, perchè giochi a football?
Per il grande spirito di squadra che si respira e che mi sprona a migliorare.

Sei il più giovane capitano di questa stagione, come ti senti?
Mi sento onorato e ancora più motivato a dare il 200% per la squadra.

Sei stato campione d’Italia juniores in Under16 ed hai già fatto esperienza in Prima Divisione. Come pensi che sarà questo campionato “minore” rispetto agli scorsi anni?
Sarà come i campionati scorsi, una sfida da affrontare tutti assieme senza abbasare mai la guardia dando sempre il massimo, anche perché saranno tutti scontri diretti.

In squadra ritrovi molti tuoi compagni delle juniores, vi sentite pronti ad essere i protagonisti di questo team?
Dalle juniores ci siamo tutti allenati poter arrivare in prima squadra e non vediamo l’ora di darci da fare sul campo e lottare per la maglia Rhinos.

Riccardo De Mas – Linebacker, classe ’96

Riccardo De Mas

Riccardo quando hai iniziato a giocare, e cosa ti ha spinto a scegliere il football americano?
Ho iniziato a giocare nei Rhinos, mia prima ed unica squadra, nel 2011, e appena ho messo casco e paraspalle è stato amore a prima vista. Fin da piccolo ho provato tantissimi sport ma la spettacolarità e la preparazione sia fisica che tattica legate a questo sport mi hanno fatto appassionare sempre di più e mi hanno fatto capire che questa era la dimensione adatta a me. Devo anche aggiungere che questa squadra ricopre un ruolo molto importante anche fuori dal campo, perchè molte delle mie amicizie nella vita di tutti i giorni le ho costruite proprio all’interno di questa squadra, dalla giovanile alla prima squadra.

Tre anni fa (quasi) giocavi da “esordiente” l’Italian Bowl, diventando campione d’Italia. Oggi sei uno dei capitani, ma si riparte dalla Seconda Divisione. Quali sono le differenze più grandi che noti in questa nuova avventura?
L’esperienza Chris Ault mi ha portato a giocare due Italian Bowl e una finale di EFL, permettendomi di allenarmi con alcuni dei migliori atleti italiani e con alcuni degli import a mio parere più forti che si siano visti in IFL. Oggi l’ambiente Rhinos è formato da giocatori giovanissimi e coaching staff al 100% italiano, questa forse è l’unica differenza, perchè per quanto riguarda la voglia di vincere e di migliorare sempre di più che vedevo nei miei compagni di squadra negli anni passati, la ritrovo anche oggi negli occhi dei ragazzi che giocano al mio fianco e dei coach che ci preparano.

Cosa ti aspetti da questo campionato? I Rhinos possono essere protagonisti?
Quest’anno non solo possiamo essere protagonisti ma dobbiamo esserlo. La retrocessione volontaria, progetto che ho sposato fin dall’inizio, non è stata sicuramente fatta con l’intenzione di fare un campionato “più tranquillo”, siamo consapevoli che affronteremo squadre con il coltello tra i denti, pronte a dimostrare che non hanno nulla in meno di noi, starà a noi dimostrare che non abbiamo assolutamente preso questo impegno sottogamba ma che anzi, siamo pronti ad andare fino in fondo.

Squadra giovane, quasi tutta proveniente dal vivaio. Pro e contro?
Il contro più ovvio è sicuramente la poca esperienza in partita di molti giocatori, essendo molti di loro provenienti dalle giovanili, e sappiamo tutti quanto sia diverso parlare di allenamenti, in cui ogni errore può essere corretto immediatamente senza nessuna ripercussione, o di partita, in cui può costare la chiusura di un down o un touchdown avversario. Mi sento però di dire che questi giovani rappresentano anche il pro più grande della nostra stagione: hanno voglia di imparare, si dedicano alla squadra e soprattutto hanno più fame, come direbbe il mio amico Alessandro Vergani, rispetto anche a tanti giocatori che magari giocano da più tempo e rischiano di dare la bellezza e l’intensità di questo sport per scontate.

Pietro Elmi – Wide receiver/Quarterback, classe ’95

Pietro Elmi

Pietro seppur classe 95 sei praticamente un veterano, ti senti pronto ad essere anche uno dei capitani?
È un onore ma anche un fardello. Ricevere il testimone dai capitani che ci hanno portato al titolo nel 2016 e quasi alla vetta d’Europa l’anno dopo, non è cosa da poco. Dà sicurezza perché mostra il fatto che sono confidenti nel gruppo di giovani che sta crescendo nella squadra.

Dall’Italian Bowl alla Seconda Divisione, cosa pensi di questa stagione “particolare”?
Vedo il tutto da una prospettiva più ampia. Non c’è destinazione o viaggio se non sai qual è il tuo punto di partenza. Penso che siamo qua. E serve a tutti capire dove siamo per poter gettare le basi del nostro futuro

Vi sentite favoriti? Oppure il team è troppo giovane e sarà più importante fare esperienza?
Sicuramente c’è bisogno di esperienza. Sia individualmente che come gruppo. Bisogna entrare in sintonia su molti meccanismi e solo il tempo lo può permettere.
Mi piace pensare di poter portare a casa tutte le partite. La mentalità è quella. Vedremo cosa ci riserverà il campo.

Giochi in diversi ruoli, QB, WR, Ritornatore… magari ti vedremo anche in difesa?
Ho avuto una breve parentesi in difesa quando ero in America. Ma penso sia finita lì. È giusto che anche altri miei compagni e amici mostrino il loro gioco nei vari reparti senza dover dipendere necessariamente dai veterani in squadra.

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