Qual è il tuo soprannome sul campo? Da dove arriva?
Querzo, di origine sconosciuta e misteriosa. Qualcuno mi chiama Jack o Doc.. Per coach Ault ero Quiz e ricordarlo mi fa sempre ridere
Qual è il tuo giocatore NFL preferito?
Ho iniziato a giocare con il mito di Shockey e Reggie Bush (a cui devo il numero 25 che è stato il mio fino all’anno scorso), rispettivamente TE e HB dei Saints che hanno poi vinto il Superbowl nel 2010.
Di quelli in attività mi piacciono molto Ingram di NO ed Elliot di Dallas, i primi 2 che mi vengono in mente per quanto riguarda l’offence. Kuechly di Carolina in difesa.
E quello italiano?
Come RB preferisco Petrone e Malpeli Avalli, ma avrei un giocatore preferito almeno per ogni ruolo, voto quel babbo di Cerbone del mio team come valori assoluti e dedizione.
Come ti alleni fuori dal campo per prepararti alla partita?
Studio quasi quotidianamente schemi e avversari durante la settimana con video e programmazione mentale. Ho un preciso programma di allenamento in palestra in-season (2 volte a settimana) e off-season (4 volte a settimana) che di anno in anno viene ottimizzato, grazie ultimamente soprattutto al lavoro del miglior crea schede dell’Universo che è Marco Massironi (fategli un sacco di foto e video quando lo vedete, a lui piace).
Mi pongo obiettivi precisi per ogni allenamento, in campo e in palestra.
Hai un rito pre (o post) partita?
Non proprio, la scaramanzia mi irrita. Mi piace guardare il campo vuoto prima della partita e farci 2 passi. Prima di entrare in campo faccio esercizi di Programmazione Neuro-Motoria di base soprattutto per scaldarmi, rivedere mentalmente gli schemi e per resistere meglio ai colpi. Infatti, essendo più un downhill runner e un bloccatore che uno shifty runner, i colpi da dare e quelli a cui reagire saranno parecchi.
Come hai iniziato a giocare a football?
Casualmente. Il primo contatto fu nel 2007 grazie a Fabio Gentile che regalò a mio fratello 2 biglietti per una partita al Vigorelli di Milano. Fu amore, e 2 anni più tardi vidi l’occasione giusta. Con Julien, uno dei miei migliori amici, partecipammo a un camp estivo di reclutamento dei Rhinos. Io ero rimasto deluso dall’ambiente sportivo della pallanuoto dopo 9 anni e lui dopo 9 anni di basket. Il resto è storia.
Qual è la cosa che ti piace di più di questo sport?
Tutto. Dinamiche di gioco, tattica, preparazione, legami dentro e fuori dal campo. Impegno individuale ma anche fiducia nei confronti di chi ti sta di fianco, sopportazione del dolore, gioia, lacrime, autostima, successi e sconfitte e soprattutto il Wiskey marcio di Vanni dopo le partite.
Penso che più di tutto mi piaccia che sia una metafora della vita.