Dario Todisco, da defensive tackle a centro in pochi mesi. L'intervista

In questo inizio di campionato abbiamo avuto l’occasione di vedere anche una “novità” nell’attacco dei Rhinos Milano: Dario Todisco, l’anno scorso defensive tackle neroarancio, quest’anno è passato dall’altra parte della linea di scrimmage, ricoprendo il ruolo di centro. L’abbiamo intervistato, per farci parlare del suo cambiamento di ruolo e delle sue impressioni dopo le prime partite.

Ciao Dario, presentati e racconta ai tifosi la tua storia.

Mi chiamo Dario Todisco, classe 1990, gioco nei Rhinos da 10 anni e quest’anno sono tornato a ricoprire, nella massima serie, un ruolo nel quale non giocavo dalle giovanili, cioè il centro. In pratica sono passato dalla linea di difesa alla linea d’attacco, in un processo sicuramente “tosto” ed impegnativo, nonché carico di responsabilità.

Di chi è stata l’idea dietro questo tuo “ritorno al passato”?

E’ stata di coach Alessandro Trabattoni, il quale quattro mesi fa mi ha detto che pensava che, a causa del fatto di aver ricoperto questo ruolo già in passato, potessi essere l’unico in grado di adattarmi e affrontare il tutto in così poco tempo.

Da quanti anni non giocavi centro?

Eh, un bel po’ di anni, credo almeno cinque. Devo dire che quello di centro non è un ruolo facile, devi vedere il gioco in modo completamente diverso rispetto a quello a cui ero abituato. Ce l’ho messa tutta in questi  4 mesi e spero di non deludere le aspettative dei coach.

Ci sono molte difficolta nel tuo ruolo, ma sicuramente con un giocatore come Pryor in cabina di regia avrai meno pressione su di te nel momento dello snap.

E’ assolutamente vero, anche se in realtà avrei avuto anche un’ottima intesa con Silva, che l’anno scorso è stato bravissimo, dato che sono stato il suo centro in giovanile. E poi non ho mai avuto tantissime difficoltà sugli snap in verità, si tratta solo di aggiustare la mira e la potenza.

Il campionato 2015 è iniziato bene, con una vittoria, ed è proseguito con una sconfitta nella quale comunque si è visto qualcosa di buono da parte della squadra. Cosa credi che sia migliorato rispetto all’anno scorso, e che possa far fare ulteriori salti di qualità alla squadra in modo da raggiungere la postseason?

Partendo da un campionato, quello dell’anno scorso, tutto sommato buono ma che sarebbe potuto essere migliore, nonostante le molte assenze, a causa del grande potenziale che abbiamo, abbiamo rinforzato molto la linea d’attacco. Bisogna vedere come continuerà ad amalgamarsi questo reparto man mano che il campionato va avanti, e certamente Pryor è in grado di favorire il processo di crescita dell’offensive line, togliendo ad essa un po’ di pressione. In difesa Parker Orms sembra un ottimo giocatore, prima dell’inizio del campionato avevo l’impressione che in allenamento un po’ si trattenesse, ma in partita si è dimostrato molto forte. In ogni caso, bisognerà impegnarsi moltissimo perché il nostro girone, come si è visto, è molto difficile: Parma, Bolzano, i Seamen, si tratta di tante squadre rodate e dure, in grado di dare difficoltà a chiunque.

Quanto ti è stato utile, nel riscoprirti uomo di linea d’attacco, l’apporto di coach Joe Bommarito?

Avere un coach Americano porta un altissimo incremento di nozioni tecniche ai giocatori. Coach Bommarito è una persona fantastica, ha insegnato tanto a molta gente inesperta, me compreso, ma ha dato un grande aiuto anche a gente che giocava in un determinato ruolo da ormai parecchio tempo. Sta cercando di insegnarci degli ottimi giochi, adesso tocca a noi provare a metterli in pratica durante le partite. Ma devo dare un plauso anche al coaching staff, che nell’offseason ha messo in atto un programma di preparazione atletica che per me è stato davvero ottimo. Mi sento davvero in forma e vedo che anche il resto della squadra sta bene. Infine, sono contento della conferma di Coach Trabattoni, che è un ottimo allenatore, come d’altronde si è visto nello scorso campionato.

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